N. 18 - 22 October 2007
numero 18
22 Oct 2007

numero 18 - 22 ottobre 2007

In questo numero:
Ricetta non ripetibile per la nimesulide
Glitazoni sotto esame
I medici non sanno il prezzo dei farmaci

1 Nimesulide solo con ricetta non ripetibile

La Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco ha emanato un provvedimento restrittivo, in corso di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, per la dispensazione dei farmaci a base di nimesulide. In particolare, nella riunione di ottobre 2007, la Commissione ha stabilito che la nimesulide sarà dispensabile dietro presentazione di ricetta medica utilizzabile una sola volta (RNR, ricetta non ripetibile) e non più con una ricetta ripetibile (RR) come accadeva ora.
La decisione è stata presa a ulteriore tutela della salute dei cittadini, per scoraggiare fenomeni di uso improprio o di abuso del medicinale specie nei casi i cui sintomi possono essere trattati con un farmaco da banco.
L’AIFA confida in particolare nella responsabilità dei farmacisti che dovranno ritirare e conservare la ricetta RNR per sei mesi e non dovranno dispensare il farmaco in altra modalità. Ricorda inoltre che il trattamento non deve mai superare i 15 giorni e deve essere il più breve possibile.

In pratica
L'uso razionale della nimesulide potrà essere ottenuto non solo con l’introduzione della ricetta non ripetibile ma attraverso il comportamento responsabile di medici, farmacisti, pazienti e aziende produttrici. Solo attraverso la consapevolezza e il comportamento responsabile dei singoli soggetti si potrà ridurre l’uso improprio di nimesulide.

Per saperne di più
Nimesulide ed epatotossicità. BIF 2007(3):112-6.
Il quadro italiano dopo la sospensione della nimesulide in Irlanda. ReA 2007(4):7-8.
Alternative terapeutiche alla nimesulide.
Comunicato AIFA.

2 Glitazoni: valutazione dell'EMEA del profilo beneficio-rischio

Il rapporto beneficio-rischio dei tiazolidinedioni (rosiglitazone e pioglitazone, noti anche come glitazoni) rimane positivo, ma occorre cautela nell’uso in alcuni pazienti. Questa è in sintesi la presa di posizione del Comitato scientifico (CHMP) dell’EMEA che, nell’ambito del monitoraggio continuo sulla sicurezza dei medicinali, ha esaminato i dati emersi sull’aumento di rischio sia di fratture nelle donne trattate con rosiglitazone (vedi ReA online 26 marzo 2007, n. 2) sia degli eventi cardiovascolari nei soggetti trattati con rosiglitazone (vedi ReA online 28 maggio 2007, n. 8).
Il 18 ottobre l’ente regolatorio europeo, dopo aver analizzato e discusso i dati a oggi disponibili, ha pubblicato un comunicato stampa in cui si sottolinea che i benefici sarebbero superiori ai rischi nei pazienti con diabete di tipo 2. In particolare viene specificato che il rosiglitazone aumenta la frequenza degli eventi cardiovascolari ma non il rischio di mortalità. Saranno comunque modificati gli stampati del rosiglitazone (Avandia® e Avandamet®), indicando chiaramente il possibile rischio cardiovascolare. Per il pioglitazone non sono state previste modificazioni degli stampati.

In pratica
  1. Nei pazienti diabetici che hanno una cardiopatia ischemica o che hanno avuto in passato eventi cardiovascolari non va usato il rosiglitazone se non dopo un’attenta valutazione dei rischi e dei benefici.
  2. Il rosiglitazone non va usato in combinazione con l’insulina tranne in situazioni eccezionali. L’associazione infatti può aumentare il rischio di ritenzione idrica e di scompenso cardiaco.
  3. Visto che spesso i soggetti diabetici hanno una cardiopatia ischemica o una situazione cardiovascolare compromessa occorre sempre un’attenta valutazione nella prescrizione del rosiglitazone.

Per saperne di più
Comunicato stampa dell’EMEA.

3 Bisogna conoscere il prezzo dei farmaci

Se i medici fossero consapevoli del costo dei farmaci potrebbero prescriverli con maggiore appropriatezza. E’ questa l’ipotesi da cui sono partiti per condurre una revisione sistematica tre medici delle Università di Alberta e Toronto in Canada che si sono chiesti se i medici conoscano il prezzo delle medicine che prescrivono.
I risultati, emersi dall’inclusione finale di 24 articoli, uno dei quali italiano, sono sconfortanti. Nonostante non sia stato possibile condurre una metanalisi a causa dell’eterogeneità dei lavori, si è visto che solo un medico su tre (31%) di quelli intervistati poneva una stima vicina alla realtà (entro il 20-25% del costo reale); inoltre si aveva una sovrastima del prezzo dei farmaci meno costosi e una sottostima di quelli più costosi (p<0,001). I medici intervistati hanno anche sottolineato come vorrebbero avere informazioni sul costo dei farmaci ma che tali dati non sono accessibili né facilmente reperibili per loro.

In pratica
Nella prescrizione di un farmaco occorre tenere presente il rapporto rischio-beneficio per la salute, ma a parità di efficacia anche del prezzo. Poiché i medici non sembrano consapevoli di tale rilevanza, o quanto meno dichiarano di non avere a disposizione queste informazioni per poterle usare, diventa importante pensare alla formazione dei medici sul costo dei farmaci e ai canali per far arrivare loro tali informazioni.
In tal senso l’AIFA si sta già muovendo grazie alla Guida all’uso dei farmaci, di cui è in uscita la nuova edizione 2007, che riporta tra le altre informazioni anche il costo di ogni singola confezione.

Bibliografia
Allan N, et al. Physician awareness of drug cost: a systematic review. PLoS Medicine Vol. 4, No. 9, e283 doi:10.1371/journal.pmed.0040283

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