N. 21 - 27 November 2007
numero 21
27 Nov 2007

n. 21 - 27 novembre 2007

In questo numero:
Sindrome di DRESS da ranelato di stronzio
Epoetine da usare senza eccessi
Calo di udito da inibitori della 5 fosfodiesterasi

1 Sindrome di DRESS da ranelato di stronzio

Una nota informativa importante dell'Agenzia italiana del farmaco sul ranelato di stronzio (Protelos® e Osseor®) segnala la necessità di interrompere immediatamente la terapia in caso di rash cutaneo. Potrebbe infatti trattarsi della prima manifestazione di una grave sindrome da ipersensibilità, la sindrome DRESS, da Drug Rash with Eosinophilia and Systemic Symptoms (rash cutaneo con eosinofilia e sintomi sistemici), caratterizzata appunto da reazioni cutanee, febbre, eosinofilia, adenopatia e coinvolgimento sistemico quale epatite, nefropatia e pneumopatia interstiziale.
I sintomi compaiono di solito dopo 3-6 settimane dall'inizio della terapia in donne in post menopausa trattate con il farmaco per l'osteoporosi.
Per ora sono stati segnalati 16 casi, osservati nel corso di 3 anni a fronte di un'esposizione totale al farmaco di circa 570.000 pazienti/anno; di questi 2 hanno avuto un esito fatale, negli altri la sospensione del farmaco e l'inizio di una terapia steroidea hanno risolto il quadro clinico anche se in alcuni casi la guarigione è stata lenta e ci sono state anche riattivazioni della sindrome dopo interruzione della terapia corticosteroidea.

In pratica
Nelle donne in post menopausa trattate con ranelato di stronzio occorre porre attenzione a eventuali reazioni di ipersensibilità cutanea che possono preludere alla grave sindrome DRESS. Il paziente deve essere avvertito di tale possibilità e il medico deve subito interrompere la terapia in caso di sintomi.
La terapia steroidea sembra efficace nel risolvere o ridurre i sintomi, ma richiede tempo.
Il Riassunto delle caratteristiche del prodotto (RCP) e il Foglietto illustrativo del farmaco sono già stati aggiornati, indicando il possibile rischio.

Per saperne di più
La nota informativa dell'AIFA

2 Epoetine da usare senza eccessi

Anche l’EMEA dopo l’FDA (vedi ReA online 18 maggio n. 7-2007) ha preso posizione sulle epoetine, stabilendo che le aziende produttrici devono modificare le informazioni sui prodotti segnalando l’aumento di mortalità nei soggetti con insufficienza renale cronica o tumore trattati con tali medicinali e livelli di emoglobina raggiunti superiori ai 12 g/dl.
Tale segnalazione giunge dagli studi più recenti che hanno mostrato un aumento inspiegabile della mortalità nei pazienti anemici con cancro o con nefropatia cronica che fanno uso di epoetine rispetto a quelli non in terapia. I medesimi studi non hanno dimostrato benefici ulteriori per il paziente portando l’emoglobina oltre i valori di 12 g/dl.
Sulla base di questi dati l’EMEA ha concluso che per questi farmaci i benefici superano ancora i rischi nelle indicazioni approvate, ma che il livello di emoglobina da raggiungere deve essere compreso tra i 10 e i 12 g/dl e non oltre.

In pratica
Le epoetine vanno usate nei pazienti in insufficienza renale cronica o con un tumore solo se l’anemia provoca sintomi, inoltre il dosaggio del farmaco e la durata della terapia devono essere commisurati ai livelli di emoglobina, non superando mai la soglia dei 12 g/dl. I medici devono attenersi rigorosamente a quanto raccomandato nel Riassunto delle caratteristiche del prodotto specie per quanto riguarda indicazioni e posologia.

Per saperne di più
Il comunicato stampa dell’EMEA
Ajay KS, et al. for the CHOIR Investigators. Correction of anaemia with epoetin alfa in chronic kidney disease. N Engl J Med 2006;355:2058-98.
Tilman BD, et al. for the CREATE Investigators. Normalization of haemoglobin level in patients with chronic kidney disease and anaemia. N Engl J Med 2006;355:2071-84.
Phrommintikul A, et al. Mortality and target haemoglobin concentrations in anaemic patients with chronic kidney disease treated with erythropoietin: a meta-analysis. Lancet 2007;369:381-8.

3 Udito a rischio con gli inibitori della 5 fosfodiesterasi

Gli inibitori della 5 fosfodiesterasi (sildenafil, vardenafil e tadalafil) possono causare una riduzione o una perdita dell’udito secondo quanto riportato in una informativa per gli operatori sanitari della Food and Drug Administration statunitense. Successivamente l'Agenzia americana ha revisionato gli stampati dei prodotti in questione nell'ottobre 2007.
Già nei trial che hanno portato all’approvazione dell’immissione in commercio di questi farmaci per la terapia della disfunzione erettile erano stati segnalati 12 casi di calo o perdita dell’udito su un totale di 59.000 pazienti trattati. Ora la sorveglianza post marketing fornisce ulteriori dati. In tutto sono stati segnalati 25 casi di perdita improvvisa dell’udito (15 da sildenafil, 5 da vardenafil e altrettanti da tadalafil): in 10 casi su 25 l’evento avverso compariva dopo la prima dose del farmaco; la perdita dell’udito era monolaterale in 13 casi su 25 e il disturbo era temporaneo in 10 su 25, mentre nei restanti era persistente. La perdita dell’udito era a volte accompagnata anche da tinnito e vertigini.
Tale effetto avverso è stato rilevato anche in 4 soggetti con ipertensione polmonare primitiva (tre donne e un uomo) trattati con sildenafil ad alta dose e in terapia continuata. Al riguardo erano stati 5 i casi individuati nella fase dei trial clinici pre marketing.
L' Agenzia europea dei medicinali (EMEA) ha valutato i dati presentati e finora non ha modificato le schede tecniche: il problema verrà rivalutato nella riunione di dicembre del Comitato europeo per i medicinali di uso umano (CHPM).

In pratica
Ai soggetti con disfunzione erettile che fanno uso di inibitori della 5 fosfodiesterasi va segnalata la possibilità della perdita dell’udito, consigliando loro di sospendere immediatamente l’uso del farmaco in caso di comparsa del disturbo e di rivolgersi successivamente al medico.
Ai soggetti con ipertensione polmonare primitiva va segnalata la possibilità dell’evento avverso, che deve essere subito segnalato al medico senza interrompere la terapia, che verrà rivalutata dal medico stesso.

Per saperne di più
Il comunicato della FDA.

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