N. 55 - 21 December 2009
numero 55
21 Dec 2009

n. 55 - 21 dicembre 2009

In questo numero:
Sibutramina
ed eventi cardiovascolari
Valproato solo seconda linea negli episodi maniacali
Scompenso cardiaco e antracicline

1 Cautela con la sibutramina

L’EMEA ha fornito aggiornamenti sulla sicurezza d’uso della sibutramina. Il farmaco, usato nell’obesità e nel sovrappeso e indicato nei soggetti che hanno anche altri fattori di rischio come diabete di tipo 2 o dislipidemia, è oggetto dell’attenzione dell’agenzia regolatoria europea per il rischio di gravi eventi cardiovascolari emerso da un ampio studio disegnato ad hoc (SCOUT, Sibutramine Cardiovascular Outcome) su circa 10.000 pazienti trattati per un massimo di 6 anni. I risultati di questa indagine mostrano una maggior incidenza di eventi cardiovascolari gravi nei trattati (11,4%) rispetto ai controlli (10%).
Sulla base di questi dati l’EMEA sta analizzando tutte i dati disponibili e nel mese di gennaio dovrebbe fornire una valutazione completa. Nel frattempo invita operatori sanitari e pazienti alla cautela nell’uso dei medicinali contenenti sibutramina, seguendo le indicazioni.

In pratica
La sibutramina non va prescritta ai soggetti con coronaropatia, insufficienza cardiaca congestizia, arteriopatia periferica, aritmia, malattia cerebrovascolare (ictus o TIA).
Tutti i pazienti in trattamento devono essere regolarmente monitorati per l’incremento della pressione arteriosa e per la frequenza cardiaca.
I pazienti che non hanno perso almeno il 5% del loro peso corporeo entro 3 mesi dall’inizio del trattamento devono interrompere la terapia. In ogni caso la durata del trattamento non dovrebbe superare l’anno.

Per saperne di più
Il comunicato stampa dell’EMEA

2 Nuovi limiti alle indicazioni del valproato nel disturbo bipolare

Su richiesta delle Agenzie del farmaco tedesca e olandese che avevano eccepito sulla efficacia e sicurezza d’uso del valproato (un antiepilettico) nelle fasi maniacali del disturbo bipolare sia come trattamento sia come prevenzione delle recidive, il CHMP dell’EMEA ha analizzato i dati disponibili al riguardo.
Sono stati oggetto dell’indagine 16 studi clinici. Le conclusioni sono che l’efficacia come trattamento (dovuta all’aumento dell’acido gamma aminobutirrico a livello cerebrale) è provata negli studi condotti rispetto a placebo della durata di tre settimane. Le prove invece dell’efficacia del farmaco come prevenzione delle recidive sono molto deboli perché derivano da studi senza controllo con il placebo.
Le prove non sono comunque tali, visto il profilo di sicurezza, da considerare il valproato come trattamento di prima linea negli episodi maniacali.

In pratica
Sulla base delle conclusioni del CHMP il trattamento di prima linea degli episodi maniacali nel disturbo bipolare è il litio. Solo quando quest’ultimo è controindicato o non tollerato c’è l’indicazione all’uso del valproato, perché solo in questo caso il rapporto rischi/benefici diventa favorevole. Il CHMP raccomanda quindi che tutte le autorizzazioni all’immissione in commercio di questi farmaci sia cambiata per includere o modificare tale indicazione.
Non va invece usato il valproato per la prevenzione degli episodi maniacali, non essendo giustificata dai dati attuali, mentre può essere considerata la prosecuzione del trattamento nei pazienti che abbiano risposto bene al valproato.

Per saperne di più
Le domande più frequenti sul valproato

3 Cardiotossicità da antracicline: come ridurla?

Per ridurre il rischio di scompenso a causa della cardiotossicità delle antracicline, questi farmaci vanno somministrati lentamente. In sintesi questa è la conclusione di una revisione sistematica Cochrane che ha analizzato gli studi pubblicati in letteratura che confrontassero durate diverse della somministrazione delle antracicline o dosaggi diversi in adulti con un tumore solido.
Sono stati trovati 7 studi controllati e randomizzati sui tempi di infusione. La metanalisi dei dati indicava un minor tasso di scompenso cardiaco quando la durata dell’infusione superava le 6 ore rispetto alle infusioni più rapide (rischio relativo 0,27, limiti di confidenza al 95% da 0,09 a 0,81, 5 studi, 557 pazienti trattati). Per quanto riguarda invece i dosaggi di picco in nessun caso è emersa una differenza significativa nell’incidenza di scompenso cardiaco nei diversi confronti: doxorubicina <60 mg/m2 rispetto a >60 mg/m2, doxorubicina liposomiale 25 mg/m2 rispetto a 50 mg/m2, epirubicina 83 mg/m2 rispetto a 110 mg/m2.

In pratica

E’ noto che le antracicline sono farmaci cardiotossici. Questa loro caratteristica limita a volte la possibilità di cura. La revisione Cochrane consiglia di somministrare lentamente questi farmaci mentre non ha potuto raggiungere conclusioni definitive rispetto all’utilità di ridurre e di quanto la dose del farmaco.

Bibliografia

Van Dalen E, van der Pal H, et al. Different dosage schedules for reducing cardiotoxicity in cancer patients receiving anthracycline chemotherapy. Cochrane Database of Systematic Reviews 2009;DOI:10.1002/14651858

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