N. 54 - 5 December 2009
numero 54
5 Dec 2009

n. 54 - 5 dicembre 2009

In questo numero:
Cadute nell'anziano: i farmaci implicati
I report dell'EMEA nel sito dell'AIFA
Rischio flutter e fibrillazione con gli steroidi

1 I farmaci che favoriscono le cadute nell’anziano

Sono sedativi e ipnotici, antidepressivi e benzodiazepine le classi di farmaci che pongono più a rischio l’anziano di caduta.
Una revisione condotta da ricercatori canadesi si è posta l’obiettivo di valutare nove classi di farmaci usati spesso nella terza età per vedere la loro possibile associazione con il rischio di caduta a terra.
A una prima analisi sono emersi questi rischi relativi: antipertensivi odds ratio 1,24, diuretici 1,07, betabloccanti 1,01, sedativi e ipnotici 1,47, neurolettici e antipsicotici 1,59, antidepressivi 1,68, benzodiazepine 1,57, narcotici 0,96, FANS 1,21. La correzione dei dati per i fattori di confondimento portava però a dati certi di associazione solo per neurolettici e antipsicotici (odds ratio 1,39), antidepressivi (odds ratio 1,36) e benzodiazepine (odds ratio 1,41).

In pratica
Prima di somministrare un farmaco a un anziano occorre considerare le sue condizioni generali e le eventuali terapie concomitanti, quasi sempre presenti.
L’uso di farmaci per sedare o per indurre il sonno si associa a un aumentato rischio di cadute, per cui i farmaci di questo tipo andrebbero somministrati con cautela e solo quando realmente necessario, sotto controllo medico.

Bibliografia
Woolcott J, Richardson K, et al. Meta-analisys of the impact of 9 medication classes on falls in elderly persons. Arch Intern Med 2009;169:1952-60.

2 I rapporti mensili dall’EMEA

Sarà disponibile ogni mese sul sito dell’AIFA, il collegamento al rapporto mensile del Pharmacovigilance Working Party dell’EMEA, l’Agenzia europea dei medicinali.
Il rapporto riassume gli argomenti che vengono discussi nelle riunioni plenarie nel mese precedente (ora è disponibile il rapporto della riunione del 16-18 novembre 2009) e che riguardano medicinali autorizzati con procedura non centralizzata.
In questo primo numero sono presenti i seguenti argomenti:

1. Discussione sui problemi di sicurezza:

  • ciproterone acetato – rischio di meningioma
  • inibitori dell’HMG-CoA reduttasi (statine) – rischio di disturbi del sonno, perdita della memoria, disfunzione sessuale, depressione, malattia polmonare interstiziale, disturbi della minzione
  • fenitoina e fosfenitoina – rischio di sindrome di Stevens-Johnson associata all’allele HLA-B*1502
  • propiltiouracile – rischio di grave danno epatico.

2. Linee guida e questioni generali:

  • farmacovigilanza dei medicinali utilizzati contro il virus dell’influenza A (H1N1) nell’uomo.

Per saperne di più
La notizia sul sito dell’AIFA
Il rapporto dell’EMEA

3 Steroidi associati a flutter e fibrillazione atriale

L’utilizzo dei corticosteroidi aumenta il rischio di flutter e fibrillazione atriale secondo uno studio caso-controllo condotto in Danimarca.
Sono stati identificati tutti i pazienti con una prima diagnosi ospedaliera di flutter o fibrillazione atriale nel Nord della Danimarca (popolazione 1,7 milioni di abitanti). Sono state poi rilevate le prescrizioni di steroidi nei 60 giorni precedenti o di più lunga durata. In totale nel periodo di osservazione 20.221 soggetti hanno avuto un flutter o una fibrillazione atriale e tra questi il 6,4% aveva fatto uso recente di steroidi e l’11,7% un uso precedente. Tali percentuali nella popolazione di controllo senza disturbi del ritmo erano 2,6% e 9,9% rispettivamente. L’uso recente di steroidi si associava pertanto a un aumentato rischio di flutter e fibrillazione atriale rispetto a chi non aveva mai preso il farmaco (odds ratio 3,62, limiti di confidenza al 95% da 3,11 a 4,22) e altrettanto, anche se in maniera meno marcata, l’uso degli steroidi a lungo termine (odds ratio 1,66, limiti di confidenza al 95% da 1,53 a 1,80). Il rischio non c’era invece nei soggetti che non assumevano più tali farmaci.

In pratica
L’uso di steroidi, specie oltre una certa età quando più frequenti sono le patologie cardiache, può associarsi a un rischio più che raddoppiato di avere un flutter o una fibrillazione atriale.
Gli steroidi sono farmaci efficaci, gravati da diversi effetti avversi, la loro prescrizione deve quindi essere sempre valutata con cura caso per caso, informando il paziente sulla possibilità di questi disturbi del ritmo e sul comportamento da tenere.

Bibliografia
Christiansen C, Christensen S, et al. Glucocorticoid use and risk of atrial fibrillation or flutter. Arch Intern Med 2009;169:1677-83.

Che cos'č?

Versione stampabile

Archivio

Comitato di redazione

Voglio ricevere «Reazioni» cartaceo

Scheda di segnalazione

Invia un commento

Progetto ECCE