N. 50 - 30 September 2009
numero 50
30 Sep 2009

n. 50 - 30 settembre 2009

In questo numero:
Tutto sulla sicurezza del vaccino pandemico
Bifosfonati e osteonecrosi della mandibola
Leucoencefalopatia con il natalizumab

1 La sicurezza del vaccino pandemico

Sul sito dell’AIFA è disponibile una sezione interamente dedicata al virus H1N1 e alla temuta pandemia influenzale. L’operatore sanitario trova il Piano nazionale di farmacovigilanza per il monitoraggio della sicurezza dei vaccini pandemici e degli antivirali in corso di pandemia influenzale, due sezioni dedicate ai vaccini pandemici e ai farmaci antivirali, l’aggiornamento EMEA sull’influenza A e la Scheda di sospetta reazione avversa a vaccino pandemico.

Per saperne di più
La sezione del sito dell’AIFA dedicata al virus H1N1

2 Le risposte su bifosfonati e osteonecrosi della mandibola

Il Comitato scientifico dell’EMEA ha prodotto una serie di FAQ (Frequently Asked Question) su bifosfonati e osteonecrosi della mandibola, argomento già ampiamente trattato da Reazioni (vedi Reazioni cartaceo n. 1-2007, pag. 6 e n. 14-2009, pag. 6)
Dopo aver definito la condizione come “un’area di osso esposto o necrotico nella mandibola, che persiste per più di otto settimane, in un paziente che è stato trattato con un bifosfonato e non è stato sottoposto a radioterapia della mandibola”, il Comitato sottolinea che la reazione avversa è più frequente con i bifosfonati per via endovenosa e nei soggetti trattati per un cancro.

In pratica
Queste sono le raccomandazioni dell’EMEA:
  • prima di prendere qualsiasi decisione sul trattamento con i bifosfonati i medici devono prendere in considerazione i rischi e benefici per ogni singolo paziente;
  • i medici devono assicurarsi che i pazienti con cancro vadano dal loro dentista per effettuare controlli e valutare se abbiano bisogno di un trattamento dentale prima di iniziare il trattamento con bifosfonati;
  • durante il trattamento con i bifosfonati i pazienti devono mantenere una buona igiene orale, sottoporsi regolarmente a controlli dentali e segnalare eventuali sintomi che si manifestino a livello del cavo orale come perdita dei denti, dolore o gonfiore;
  • i dentisti devono essere consapevoli dei rischi in pazienti trattati con bifosfonati e devono eseguire cure dentali conservatrici e preventive se possibile.
Per saperne di più
Le FAQ dell’EMEA

3 Natalizumab e leucoencefalopatia

La terapia con natalizumab (un anticorpo monoclonale diretto contro le integrine alfa4) nei pazienti con sclerosi multipla si può accompagnare alla comparsa di una leucoencefalopatia multifocale progressiva (PML). La malattia è una rara condizione demielinizzate del sistema nervoso centrale causata dal virus JC, un poliomavirus, che si verifica tipicamente nei soggetti immunocompromessi e che ha spesso un esito fatale.
A oggi sono descritti in letteratura 13 casi; due vengono presentati sulle pagine del New England Journal of Medicine. Il primo riguarda un uomo di 35 anni con sclerosi multipla trattato con natalizumab per via endovenosa (300 mg ogni quattro settimane). Dopo 14 mesi di terapia sono comparsi i primi sintomi di leucoencefalopatia multifocale progressiva. In tale occasione la ricerca attraverso la PCR del virus JC nel liquido cerebrospinale dava esito negativo, tanto che la diagnosi di PML è stata fatta solo due mesi dopo con un’ulteriore analisi più sensibile.
Il secondo riguarda un uomo di 52 anni con sclerosi multipla in trattamento da 12 mesi con natalizumab, in cui sono comparsi segni e sintomi di PML.
In entrambi i casi la sospensione della terapia e la tecnica del plasma-exchange con immunoassorbimento ha portato a eliminare rapidamente il natalizumab e a un miglioramento delle condizioni cliniche, cui è seguita però la comparsa di una sindrome infiammatoria da ricostituzione immunitaria, con febbre e cefalea, e un successivo miglioramento con le adeguate terapie.

In pratica
La terapia con natalizumab nei soggetti con sclerosi multipla si associa in alcuni casi alla comparsa della grave leucoencefalopatia multifocale progressiva. Non è dato sapere quanto sia frequente questa associazione, ma uno studio pubblicato sullo stesso numero del New England Journal of Medicine ha valutato la frequenza della riattivazione asintomatica del virus JC nei soggetti con sclerosi multipla trattati con natalizumab: su 19 pazienti la prevalenza del virus passava dal 19% all’inizio della terapia al 63% dopo 12 mesi di trattamento (p=0,02).
Sulla base di questi risultati occorre tenere presente la possibilità di PML nei soggetti con sclerosi multipla trattati con natalizumab. Il riconoscimento precoce dei sintomi consente di procedere a un rapido trattamento che può portare a una risoluzione positiva.

Bibliografia
Chen Y, Bord E, et al. Asymptomatic reactivation of JC virus in patients treated with natalizumab. N Engl J Med 2009;361:1067-74.
Wenning W, Haghikia A, et al. Treatment of progressive multifocal leukoencephalopathy associated with natalizumab. N Engl J Med 2009;361:1075-80.
Linda H, von Heijne A, et al. Progressive multifocal leukoencephalopathy after natalizumab monotherapy. N Engl J Med 2009;361:1081-7

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