N. 45 - 5 June 2009
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numero 45 5 Jun 2009 |
Numero 45 - 5 giugno 2009 In questo numero: 1 Clopidogrel e inibitori di pompa: un’interazione da evitare I risultati di studi recenti sulla possibile interazione tra clopidogrel e inibitori della pompa protonica (vedi Reazioni n. 11-2009, pagina 2-3) con riduzione d’efficacia dell’antiaggregante e aumento quindi del rischio di eventi trombotici, incluso l’infarto acuto del miocardio, hanno allertato le autorità sanitarie. L’Agenzia Europea dei medicinali ha pubblicato un comunicato in cui fornisce importanti informazioni al riguardo. Il clopidogrel è usato nella prevenzione cardiovascolare secondaria dopo infarto del miocardio, in pazienti con ictus ischemico o sindrome coronarica acuta. Bruciori e ulcera gastrica possono essere effetti indesiderati del clopidogrel, pertanto ai pazienti che assumono il farmaco viene spesso prescritto un inibitore della pompa protonica per prevenire o alleviare questi sintomi. Ciò rende possibile un’interazione tra i due farmaci. Il clopidogrel, una volta assunto, è convertito da una forma inattiva in un metabolita attivo nell’organismo: alcuni inibitori della pompa protonica impediscono la conversione del farmaco nella sua forma biologicamente attiva, riducendone così l’efficacia antiaggregante. In pratica
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2 Combinazione steroidi per inalazione e per bocca: rischio cataratta L’uso di steroidi è associato al rischio di cataratta sia che esso avvenga per via orale o per via inalatoria e l’impiego contemporaneo per le due vie aumenta ancora di più la probabilità di questo evento avverso. Lo studio Blue Mountains Eye ha arruolato nel triennio 1991-1994 3.654 australiani di 49 o più anni di età seguiti poi nel tempo con visite oculistiche e strumentali approfondite a distanza di cinque e dieci anni. L’obiettivo era considerare l’influenza dell’uso di steroidi sull’incidenza di cataratta nei suoi vari tipi. Alla partenza 223 soggetti usavano o avevano usato steroidi per via inalatoria e 178 per via orale. Gli utilizzatori correnti avevano un maggiore rischio di sviluppare una cataratta posteriore subcapsulare (odds ratio per la via inalatoria 2,50, limiti di confidenza al 95% da 1,33 a 4,69; odds ratio per la via orale 4,11, limiti di confidenza al 95% da 1,67 a 10,08) e nucleare (odds ratio per la via inalatoria 2,04, limiti di confidenza al 95% da 1,21 a 3,43; odds ratio per la via orale 3,45, limiti di confidenza al 95% da 1,26 a 9,43) anche dopo correzione dei dati per sesso ed età. Non c’era invece una relazione con la cataratta corticale. Nell'analisi di sottogruppo emergeva che il rischio era soprattutto per i soggetti che facevano uso di steroidi sia per via orale sia per via inalatoria (odds ratio 4,76, limiti di confidenza al 95% da 2,59 a 8,74).
In pratica I pazienti che utilizzano contemporaneamente corticosteroidi per via inalatoria e orale hanno un alto rischio a lungo termine di sviluppare una cataratta posteriore subcapsulare o nucleare. I soggetti in terapia vanno tenuti controllati periodicamente. Occorre evitare l’uso della terapia combinata nei soggetti già a rischio per altri motivi di cataratta.
Bibliografia Wang J, Rochtchina E, et al. Use of inhaled and oral corticosteroids and the long-term risk of cataract. Ophthalmology 2009;116:652-7.
3 Alopecia da ranelato di stronzio Dalla Rete nazionale di farmacovigilanza spagnola giunge un segnale sull’uso di ranelato di stronzio per l’osteoporosi nelle donne e l’insorgenza di alopecia. Da maggio 2005 a gennaio 2008 alla banca dati iberica sono giunte 56 segnalazioni di reazioni avverse da ranelato di stronzio, cinque di queste (8,9% del totale) riguardavano l’alopecia. Come termine di paragone si può fornire l’incidenza di alopecia rispetto al numero totale di reazioni avverse da farmaco arrivate alla rete spagnola in donne in menopausa: 0,5% del totale, cioè 205 casi su 39.640 segnalazioni. La sequenza temporale tra l’uso del farmaco e la perdita dei capelli (da un giorno a 45 giorni dall’inizio dell’uso), il miglioramento di quattro casi su cinque dopo l’interruzione della terapia e l’esclusione di altre possibili cause di alopecia sembrano stabilire un nesso causale tra l'uso del farmaco e la perdita dei capelli. D’altra parte anche nella rete britannica sono stati segnalati sette casi di alopecia da ranelato di stronzio.
In pratica Sovente la terapia con ranelato di stronzio viene prescritta al posto delle terapia con bifosfonati, di cui sono noti gli effetti avversi, in alcuni casi anche gravi. Non bisogna comunque sottovalutare l’importanza dal punto di vista psicologico e dei rapporti sociali di un’eventuale alopecia da farmaco in donne in menopausa. Qualora compaia l’alopecia il consiglio è di interrompere immediatamente il trattamento. La paziente deve essere adeguatamente informata su questa possibile evenienza.
Bibliografia Sainz M, Del Pozo G, et al. Strontium ranelate may cause alopecia. Brit Med J 2009;338:b1494.
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Saturday 4 May 2024
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