N. 42 - 31 March 2009
numero 42
31 Mar 2009

numero 42 - 31 marzo 2009

In questo numero:
Gli errori nella somministrazione dei farmaci
Sovradosaggio dei farmaci oppioidi
Anafilassi da radiofarmaci con l'albumina

1 Errori di somministrazione da riconoscere

Gli errori di somministrazione di un farmaco per via parenterale in terapia intensiva sono frequenti e in alcuni casi possono portare a conseguenze gravi secondo quanto emerso da uno studio internazionale che ha coinvolto anche 20 unità di terapia intensiva italiane. In totale hanno partecipato alla rilevazione 113 unità di terapia intensiva di 27 nazioni per 1.328 pazienti (il 10% italiani) osservati nel corso di 24 ore in un giorno stabilito. L’obiettivo era riportare tutti gli errori, valutandone il numero, l’impatto, la distribuzione e i fattori che potevano ridurne la frequenza.
Sono così emersi 74,5 errori ogni 100 giorni paziente (861 errori in 441 pazienti), nella maggior parte dei quali (il 75%) identificabili come omissioni. In particolare, ci sono stati errori nel tempo di somministrazione (386 casi), somministrazioni dimenticate (259 casi), dosi sbagliate (118 casi), somministrazione di un altro farmaco rispetto a quello prescritto (61) ed errori nella via di somministrazione (37 casi). Lo 0,9% della popolazione in studio ha avuto un danno permanente o è morta a causa di un errore di somministrazione.
Il rischio di incorrere in un errore aumentava in caso di pazienti con insufficienza di più organi, con prescrizioni per via endovenosa, schemi di somministrazioni multiple, dimensioni della unità di terapia intensiva, numero di pazienti seguiti da un singolo infermiere e occupazione dei posti letto. Riducevano invece il rischio la presenza di un sistema di monitoraggio di base, di un sistema di segnalazione degli incidenti critici e di un controllo di routine al cambio di turno degli infermieri.

In pratica
Gli errori nella somministrazione dei farmaci fanno parte della pratica clinica, l’obiettivo è ridurne il più possibile il rischio. Per fare ciò occorre che siano implementati e diffusi sistemi volti alla segnalazione degli incidenti critici, onde apprendere da questi ed evitare successivamente lo stesso tipo di errore.

Bibliografia
Valentin A, Capuzzo M, et al. Errors in administration of parenteral drugs in intensive care units: multinational prospective study. Brit Med J 2009;338:b814.

2 Overdose da oppioidi

Gli esperti dell’American Pain Society insieme con quelli della American Academy of Pain Medicine hanno pubblicato una nuova linea guida sulla gestione del dolore e, in particolare, sull’uso corretto degli oppioidi, mirata a ridurre il rischio di eventi avversi da oppioidi, al loro abuso o cattivo uso.
Si sottolinea anzitutto che è bene studiare i pazienti prima di prescrivere una terapia con oppioidi, farmaci che vanno comunque usati solo per un dolore da moderato a grave di tipo cronico e non per dolori acuti. Si stima che nel 2007 5,2 milioni di soggetti negli Stati Uniti abbiano usato farmaci oppioidi per scopi non medici andando incontro al rischio di overdose. Tale rischio non è però proprio solo di chi intende abusare a scopo ricreativo di questi farmaci, ma anche di chi li usa per il dolore senza rispettare però particolari avvertenze; il pericolo ci sarebbe soprattutto con il fentanyl per via transdermica e con i prodotti a lunga durata d’azione. Ecco due esempi: se si pone inavvertitamente sopra il cerotto applicato di fentanyl una fonte di calore (un panno caldo, una boule dell’acqua calda) si rende molto più rapido l’assorbimento del principio attivo, con il rischio di un sovradosaggio; altrettanto può accadere se i prodotti per os a rilascio controllato vengono masticati, causandone un assorbimento rapido.

In pratica
  • Gli oppioidi vanno usati solo per le indicazioni note.
  • Il medico deve anzitutto avere certezza che gli altri trattamenti antidolorifici non abbiano alcun effetto.
  • Occorre sempre condurre un’attenta anamnesi e individuare i soggetti a rischio di abuso. Se nella storia è presente una dipendenza è sconsigliabile somministrare una terapia con oppioidi.
  • Il medico deve comunque di caso in caso fare un rapporto tra rischi e benefici prima di prescrivere gli oppioidi.

Bibliografia
Kuehn B. Efforts aim to curb opioid deaths, injuries. JAMA 2009;301:1213-5.

3 Radiofarmaci con albumina a rischio anafilattico

I radiofarmaci contenenti albumina (Maasol®, Macrotec®, Nanocoll®, Pulmocis®, Technescan Lyomaa®, Venticoll®) pur se raramente possono causare reazioni avverse di tipo anafilattico anche mortali.
Per questo motivo è stata diramata una Nota informativa importante dalle aziende produttrici d’accordo con l’AIFA. Le reazioni anafilattiche o anafilattoidi a questi farmaci (soluzioni iniettabili di 99mTC-macroaggregati di albumina) possono seguire sia la somministrazione singola sia somministrazioni ripetute. Occorre quindi che siano sempre disponibili attrezzature adeguate per la rianimazione.
Inoltre, si ricorda che possono insorgere reazioni allergiche locali nel sito di iniezione.

In pratica
  • I medici che usano questi farmaci devono essere consapevoli della possibile insorgenza di reazioni anafilattiche anche mortali.
  • La somministrazione deve essere sempre fatta in ambiente protetto, con disponibilità di attrezzature per la rianimazione.
  • E’ importante segnalare le reazioni avverse associate all’uso di radiofarmaci al responsabile di farmacovigilanza della propria struttura di appartenenza.

Per saperne di più
La Nota informativa importante.

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