N. 39 - 6 February 2009
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numero 39 6 Feb 2009 |
numero 39 - 6 febbraio 2009 In questo numero: 1 Nell’ADHD i benefici del metilfenidato superano i rischi L’Agenzia europea dei medicinali conferma che l’uso del metilfenidato nei bambini e adolescenti con sindrome da deficit di attenzione e iperattività mantiene un rapporto beneficio-rischio favorevole. Allo stesso tempo però mette in guardia sul corretto uso della molecola e chiede che gli stampati del prodotto siano armonizzati nei vari paesi europei. L’analisi sugli effetti avversi condotta dal Comitato per i medicinali a uso umano (CHMP) dell’EMEA ha riguardato i possibile eventi cardiovascolari (ipertensione, tachicardia, aritmie), cerebrovascolari (emicrania, ictus, infarto cerebrale, vasculite), psichiatrici ed endocrini (crescita e sviluppo sessuale). In realtà l’Italia ha già posto in atto numerose misure di sicurezza che vanno già oltre a quelle consigliate dall’EMEA. La prescrizione del farmaco è infatti vincolata a un apposito Registro coordinato dall’Istituto superiore di sanità in collaborazione con l’AIFA. La prescrizione è vincolata alla predisposizione di un piano terapeutico semestrale da parte di appositi centri clinici accreditati presso le regioni e le province autonome al fine di garantire l’accuratezza diagnostica, evitare l’uso improprio del medicinale e verificarne gli effetti positivi e negativi.
In pratica
Per saperne di più Il comunicato stampa dell’EMEA Le domande più frequenti al riguardo
2 Sertralina ed escitalopram meglio tollerati Sertralina ed escitalopram sarebbero gli antidepressivi di seconda generazione meglio tollerati. Un certosino lavoro coordinato dal Dipartimento di medicina e salute pubblica dell’Università di Verona ha portato a questa conclusione. Gli psichiatri si sono posti l’obiettivo di valutare efficacia e tollerabilità dei dodici farmaci antidepressivi di nuova generazione: bupropione, citalopram, duloxetina, escitalopram, fluoxetina, fluvoxamina, milnacipran, mirtazapina, paroxetina, reboxetina, sertralina e venlafaxina. Hanno perciò condotto una metanalisi multitrattamento che identificava e analizzava i trial controllati e randomizzati che confrontavano due o più di questi farmaci tra loro. Sono stati selezionati per la metanalisi 117 studi per un totale di 25.928 soggetti trattati tra il 1991 e la fine del 2007. Mentre l’efficacia era maggiore per mirtazapina, escitalopram, vemlafaxina e sertralina rispetto agli altri antidepressivi (con odds ratio variabili da 1,22 a 2,03 a seconda dei farmaci confrontati), il miglior profilo di tollerabilità era quello di escitalopram e sertralina che meno spesso hanno indotto alla sospensione del trattamento.
In pratica L’analisi riguarda gli antidepressivi di nuova generazione usati per il trattamento della fase acuta della depressione unipolare maggiore e i risultati non sono quindi estrapolabili direttamente per il trattamento a lungo termine. I farmaci di prima scelta, facendo un rapporto tra rischi e benefici, dovrebbero essere secondo gli autori dello studio la sertralina o l’escitalopram. Visto il costo minore va comunque data preferenza alla sertralina, che è un farmaco generico.
Bibliografia Cipriani A, Furukawa T, et al. Comparative efficacy and acceptability of 12 new-generation antidepressants: a multiple-treatments meta-analysis. Lancet 2009;DOI:10.1016/S0140-6736(09)60046-5.
3 Attenzione al rene con il sodio fosfato Un nuovo caso di nefropatia acuta da fosfati ha raggiunto le pagine del British Medical Journal. La condizione è secondaria all’uso di sodio fosfato come purgante in preparazione a una colonscopia ed è irreversibile. In letteratura a partire dal 2003 sono state descritte alcune decine di casi di questo tipo. L’ultimo è quello di una donna di 76 anni ricoverata per un sanguinamento rettale e sottoposta a colonscopia previa preparazione con sodio fosfato per via rettale (un clisma) e per bocca (due bustine). Dopo sei giorni dalla somministrazione del purgante, si è avuta un’insufficienza renale acuta (creatinina 541 micromol/l) con una lieve iperfosfatemia (1,54 mmol/l). La biopsia renale mostrava una calcificazione tubulare diffusa, le cui concrezioni erano per lo più costituite da fosfato. La donna è stata dimessa dopo 22 giorni di ricovero con una creatinina di 271 micromol/l e una fosfatemia di 1,15 mmol/l. Il danno renale causato dalla precipitazione tubulare è irreversibile e può condurre a una insufficienza renale terminale.
In pratica La preparazione alla colonscopia con sodio fosfato (per via orale o rettale) è controindicata in maniera assoluta nei pazienti con:
Si ricorda che alcuni farmaci possono favorirne l’insorgenza: ACE inibitori, sartani, diuretici, FANS. La prevenzione prevede:
Bibliografia Connor A, Skyes L, et al. Acute phosphate nephropathy after sodium phosphate preparations. Brit Med J 2009;338:47-9. Markowitz G, Radhakrishnan J, et al. Towards the incidence of acute phosphate nephropathy. J Am Soc Nephrol 2007;18:3020-2.
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Saturday 4 May 2024
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