N. 3 - 6 April 2007
numero 3
6 Apr 2007

Numero 3, 6 aprile 2007

In questo numero:
1. Disturbi neuropsichiatrici da oseltamivir
2. Le reazioni avverse da farmaci antiepilettici
3. Fluorchinolonici e anafilassi: i dati da ricordare

1 Disturbi neuropsichiatrici da oseltamivir

L’oseltamivir (Tamiflu®), il farmaco antinfluenzale giunto agli onori della cronaca per l’influenza aviaria, può dare reazioni avverse di tipo neuropsichiatrico. La segnalazione di alcuni casi giunge dal Giappone e ha indotto il Comitato di esperti per i prodotti medicinali dell’EMEA (l’Agenzia europea dei medicinali) a informare medici e pazienti su questa possibilità.
In particolare il comitato ha raccomandato l’inserimento nelle informazioni sul prodotto della seguente avvertenza:
“Sono stati segnalati a seguito della somministrazione di Tamiflu® convulsioni, abbassamento del livello di coscienza, comportamenti anormali, allucinazioni e delirio che in rari casi hanno condotto a lesioni accidentali. I pazienti, specialmente bambini e adolescenti, devono essere strettamente monitorati e, in caso di comportamenti anomali, deve essere immediatamente contattato il medico curante”.
Nonostante l’allerta (si è in attesa della ratifica da parte della Commissione europea di questa raccomandazione), gli esperti dell’EMEA hanno concluso che comunque il profilo beneficio-rischio del farmaco resta favorevole.

NOTA
Ulteriori informazioni su oseltamivir e sicurezza sono disponibili nel sito dell’EMEA:
(http://www.emea.europa.eu).

2 Antiepilettici tra uso e sicurezza

Seicentosessantasei in poco più di 7 anni (dal gennaio 1998 al giugno 2005): è questo il numero di reazioni avverse da farmaci antiepilettici nel database del Gruppo interregionale di farmacovigilanza (GIF) che raccoglie le segnalazioni spontanee di 6 regioni. Per valutare la rilevanza del dato i ricercatori di Verona, Bologna, Milano e Messina hanno anzitutto cercato di misurare il consumo e il tipo di farmaci antiepilettici prescritti in Italia. Si è così visto che nelle 6 regioni il farmaco più usato è il fenobarbital (con 4,26 DDD/1.000 abitanti al giorno) davanti a carbamazepina (ben staccata, a 1,97), acido valproico (1,33) e gabapentin (1,10). Un quadro che induce a credere che in Italia la terapia dell’epilessia utilizzi ancora per lo più i cosiddetti farmaci tradizionali e non i più nuovi e per altro ben più costosi antiepilettici (solo il gabapentin è infatti tra i più usati).
A fronte di questi dati stanno le segnalazioni arrivate al GIF: 208 per la carbamazepina, 98 per il fenobarbital, 80 per il gabapentin, 56 per la fenitoina, 55 per l’acido valproico e via via a scendere per le altre molecole meno usate. In sintesi le reazioni avverse più frequenti erano di tipo dermatologico (specie con il fenobarbital), ematologico (specie con l’acido valproico), sensoriale (con deficit di vista e udito, specie con il vigabatrin), epatiche (specie con la fenitoina), neurologiche, psichiatriche e urinarie (specie con il gabapentin).
Va tra l’altro sottolineato che in diversi casi le reazioni segnalate non erano riportate nelle schede di prodotto e non trovavano riferimenti neanche in letteratura.

CONSIGLIO
Gli antiepilettici sono farmaci efficaci e diffusi, il cui uso va però ritagliato sul singolo paziente, considerando il suo stato di salute e i possibili diversi effetti collaterali dei vari farmaci impiegati.

PER SAPERNE DI PIU'
Iorio M, Moretti U, et al. Use and safety profile of antiepileptic drugs in Italy. Eur J Clin Pharmacol 2007;63:409-415.

3 Il profilo dell’anafilassi da fluorchinolonici

La somministrazione di un fluorchinolonico può essere seguita da reazioni anafilattiche. Un gruppo di ricercatori tedeschi della Divisione di farmacovigilanza dell’Istituto federale per i farmaci ha cercato di capire quanto sia frequente la comparsa di anafilassi dopo l’assunzione di questa classe di antibiotici e soprattutto se dipenda da una precedente sensibilizzazione e se sia legata alla via di somministrazione.
Per fare ciò sono state analizzate le segnalazioni spontanee di reazioni avverse contenute nel database nazionale tedesco nel periodo gennaio 1993-dicembre 2004. Sono stati così identificati 166 casi nei quali la relazione causale tra fluorchinolonico e anafilassi era considerata almeno possibile. Nel 54 dei casi si trattava della somministrazione di moxifloxacina, mentre gli altri fluorchinolonici (levofloxacina, ciprofloxacina e ofloxacina) erano in causa ciascuno nel 10-15% dei casi. In altri termini si avrebbe una frequenza di anafilassi di 3,3 casi ogni milione di dosi giornaliere definite (DDD) di moxifloxacina e inferiore (da 0,2 a 0,6) per le altre molecole.
Va sottolineato che nel 43% dei casi la reazione si è avuta alla somministrazione della prima dose, anche se solo nel 13% dei pazienti era certo che si il soggetto non fosse mai stato trattato prima con quell’antibiotico. Questa osservazione è spiegabile se si ricorda che l’anafilassi può essere di due tipi: anafilattica e anafilattoide. La prima richiede una sensibilizzazione per scatenarsi, e quindi una precedente assunzione del farmaco, la seconda no per cui può manifestarsi anche la prima volta in cui viene somministrata la molecola.
Un ultimo dato rilevante: solo nel 3% dei casi il fluorchinolonico era stato somministrato per via endovenosa, negli altri era preponderante la via orale, che di solito non viene seguita (a differenza di quella endovenosa) sotto controllo diretto del medico. Ciononostante la mortalità da anafilassi nello studio si attestava al 2% dei casi.

CONSIGLIO
Dallo studio tedesco arriva un segnale che richiede la conferma da ulteriori ricerche: la moxifloxacina è tra i fluorochinolonici quello che più spesso scatena un’anafilassi, ma non il solo. Pur essendo l’anafilassi un evento raro, va sempre tenuta in considerazione anche quando si prescrive un fluorchinolonico mai somministrato prima e viene indicato l’uso per bocca.

PER SAPERNE DI PIU'
Scahs B, Riegel S, et al. Fluoroquinolone-associated anaphylaxis in spontaneous adverse drug reaction reports in Germany. Drug Saf 2006;29:1087-1100.

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