N. 27 - 20 June 2008
numero 27
20 Jun 2008

n. 27 - 20 giugno 2008

In questo numero:
Pubblicato il nuovo numero di Reazioni edizione cartacea
I rischi del trattamento intensivo del diabete
Reazioni da colliri di tropicamide e fenilefrina nel bambino
Exubera® e cancro del polmone

1 Il nuovo numero di Reazioni cartaceo

E’ online nel sito dell’AIFA il nuovo numero cartaceo di Reazioni (n.7-2008) che verrà pubblicato quanto prima.
Dopo una pausa di qualche mese la rivista, che ha avuto tanto successo tra gli addetti ai lavori lo scorso anno, riprende le sue attività.
Il numero dedica ampio spazio al tema più attuale: la contaminazione dei lotti di eparine, fornendo sia informazioni pratiche su come comportarsi nell’immediato, sia i casi tratti dalla letteratura scientifica, oltre a una lettura ragionata dell’episodio che sottolinea l’importanza della collaborazione internazionale nell’ambito della farmacovigilanza.
Nello spaccato della letteratura internazionale si trovano articoli sui rapporti controversi tra bifosfonati e fibrillazione atriale, sull’uso spesso eccessivo e inappropriato delle epoetine con il rischio di tromboembolia, sull’azione negativa dei glitazoni sul metabolismo osseo, sull’associazione tra rimonabant e disturbi psichiatrici e infine sul rischio di ictus nelle donne in terapia sostitutiva. A questi si aggiunge un segnale proveniente dalla Rete nazionale di farmacovigilanza e che riguarda alcune reazioni ematologiche in soggetti trattati con etoricoxib.
Il cuore della rivista, come sempre, propone un caso clinico che ha dato origine a una segnalazione di reazione avversa: questa volta un uomo di 78 anni con un’ulcera da FANS che si poteva davvero evitare.

Per leggere il numero

http://www.agenziafarmaco.it./allegati/rea_7_2008.pdf

2 Diabete: il trattamento intensivo può esporre a rischi

Il trattamento intensivo con farmaci ipoglicemizzanti non riduce il rischio di complicazioni, mentre aumenta addirittura la mortalità rispetto alla terapia a dosaggi standard. Uno studio multicentrico internazionale (ACCORD, Acton to Control Cardiovascular risk in Diabetes) è giunto a questo risultato sconcertante che va contro corrente rispetto a quanto creduto finora e che cioè quanto più stretto è il controllo della glicemia e tanto migliore è la prognosi per il paziente.
In questo studio randomizzato sono stati seguiti nel tempo 10.251 pazienti (due terzi dei quali maschi) che avevano già avuto un evento cardiovascolare o che avevano diversi fattori di rischio cardiovascolare. Il valore mediano di partenza dell’emoglobina glicosilata (HbA1c, il parametro di laboratorio che dà un’idea dell’andamento della glicemia nei mesi precedenti) erano 8,1%. I pazienti sono stati poi suddivisi in due gruppi: gli uni erano sottoposti a un regime di terapia intensiva con l’obiettivo di raggiungere una emoglobina glicosilata sotto il 6%, gli altri ricevevano il trattamento abituale avendo come obiettivo di restare tra il 7,0 e il 7,9%. A distanza di tre anni si valutavano due tipi di esito: la frequenza di infarto del miocardio e ictus non fatali e la mortalità.
Al follow up è emerso che la terapia intensiva tendeva a ridurre la probabilità di eventi cardiovasolari ma in maniera non significativa (hazard ratio 0,90, limiti di confidenza al 95% da 0,78 a 1,04, p=0,16) ma aumentava significativamente la mortalità (hazard ratio 1,22, limiti di confidenza al 95% da 1,01 a 1,46, p=0,04) tanto da indurre a interrompere il trattamento intensivo.
Inoltre i soggetti trattati con un regime più stringente avevano più spesso episodi di ipoglicemia tali da richiedere assistenza medica e un aumento di peso superiore ai 10 chilogrammi. Secondo gli autori della ricerca si aveva una morte in più ogni 95 pazienti trattati per tre anni e mezzo.

In pratica

Nell’attesa che studi controllati e randomizzati chiariscano l’effetto della terapia intensiva (non si sa per esempio se gli effetti negativi siano legati alla troppa rapidità con cui è stato raggiunto il calo dell’HbA1c o se siano i livelli troppo bassi raggiunti a spiegare l’aumento della mortalità) è bene tenere il paziente con diabete controllato ma senza puntare a valori di emoglobina glicosilata troppo bassi. I livelli tra il 7 e il 7,9% sembrano accettabili.

Bibliografia

The Action to Control Cardiovascular Risk in Diabetes Study Group. Effects of intensive glucose lowering in type 2 diabetes. N Engl J Med 2008;358:2545-59.

3 Colliri di tropicamide e fenilefrina da evitare nei bambini

Nell’ambito delle attività di monitoraggio delle segnalazioni di sospette reazioni a farmaci sono stati rilevati tre casi di reazioni avverse gravi insorte in bambini a seguito della somministrazione di un collirio contenente tropicamide (farmaco ad attività antimuscarinica) e fenilefrina (un simpaticomimetico) usati come midriatici per facilitare l’esame del fundus oculare.
I casi sono due bambini di quattro anni che hanno dovuto essere ospedalizzati per una crisi ipertensiva e una bambina di cinque anni che ha avuto un edema polmonare tale da mettere in pericolo la vita. Tutte le reazioni avverse hanno avuto come esito la risoluzione completa della reazione stessa.
Anche in letteratura sono riportati casi di aritmia, ipertensione ed edema polmonare in bambini dopo somministrazione di colliri contenenti fenilefrina1-4 che comunque non è indicata in età pediatrica alla concentrazione (10%) usata nei casi italiani.
Nella Rete nazionale di farmacovigilanza ci sono anche altri due casi di reazioni avverse di altro tipo, segnalati nel 2002, nei quali due neonati dopo instillazione del collirio hanno sviluppato una congiuntivite.
L’AIFA, sentito il parere del Gruppo di lavoro sui farmaci pediatrici, raccomanda ai medici di utilizzare nei bambini per l’esame del fondo oculare i medicinali autorizzati in questa fascia di età.
Inoltre, l’AIFA ricorda che un uso inappropriato di farmaci espone i bambini a rischi non giustificati e che sono disponibili soluzioni alternative per ottenere una midriasi nei bambini.

Bibliografia

1. Baldwin F, Morley A. Intraoperative pulmonary oedema in a child following systemic absorption of phenylephrine eyedrops. Br J Anaesth 2002;88:440-2.
2. Greher M, Hartmann T, et al. Hypertension and pulmonary edema associated with subconjunctival phenylephrine in a 2-month-old child during cataract extraction. Anesthesiology 1998;88:1394-6.
3. Lees B, Cabal L. Increased blood pressure following pupillary dilation with 2.5% phenylephrine hydrochloride in preterm infants. Pediatrics 1981;68:231-4.
4. Rosales T, Isenberg S, et al. Systemic effects of mydriatics in low weight infants. J Pediatr Ophthalmol Strabismus 1981;18:42-4.

4 Un possibile legame tra Exubera® e cancro del polmone

L’EMEA, l’Agenzia europea dei medicinali ha raccomandato che le informazioni del prodotto Exubera® , un’insulina ad azione rapida nella forma farmaceutica polvere per inalazione, utilizzata per il trattamento di pazienti adulti con diabete di tipo 1 o 2, siano aggiornate con le nuove informazioni sui casi di cancro del polmone verificatisi in pazienti in trattamento.
In totale sono stati segnalati sette casi di cancro del polmone in pazienti che hanno assunto il farmaco: cinque (3.800 anni-paziente di esposizione) durante studi clinici di confronto tra questa insulina e altri trattamenti antidiabetici; uno in uno studio nel quale il farmaco non era stato confrontato con altri trattamenti e l’ultimo in un paziente che aveva assunto il farmaco dopo la sua immissione in commercio. Tutti i casi di cancro del polmone si sono verificati in pazienti che erano stati fumatori di sigarette.
Il numero esiguo di casi, la limitatezza delle informazioni disponibili e la circostanza che i casi si sono verificati solo in pazienti fumatori non consente di stabilire una relazione causale tra farmaco e tumori. Comunque, come misura precauzionale, l’EMEA ha raccomandato all’azienda produttrice di aggiornare le informazioni del prodotto e le ha chiesto di effettuare uno studio per individuare il possibile rischio di cancro del polmone nei pazienti che hanno assunto il farmaco.

In pratica
Nel gennaio 2008 il titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio ha interrotto la distribuzione di Exubera® per motivi commerciali. Il farmaco non dovrebbe essere quindi più disponibile in Europa dal prossimo settembre.

Per saperne di più
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