N. 19 - 6 November 2007
numero 19
6 Nov 2007

n. 19 - 6 novembre 2007

In questo numero:
I conflitti d'interesse sottovalutano gli effetti avversi
Attenzione alla minociclina nelle malattie neurodegenerative

1 Meno effetti avversi se c’è lo sponsor

Il profilo di sicurezza di un farmaco che emerge dagli studi clinici può variare a seconda che la ricerca sia sponsorizzata o meno dall’azienda farmaceutica produttrice. La dimostrazione viene da uno studio pubblicato da alcuni medici spagnoli e messicani che hanno valutato gli effetti avversi causati dai corticosteroidi per via inalatoria nella cura dell’asma. In particolare, gli studiosi hanno concentrato la propria attenzione sui conflitti d’interesse per vedere se la sponsorizzazione dello studio potesse in qualche modo portare alla conclusione che il farmaco sia sicuro.
Per fare questo sono stati valutati 504 studi pubblicati in letteratura sull’uso dei corticosteroidi per via inalatoria nell’asma, 275 dei quali condotti con fondi dell’azienda farmaceutica e 229 non sponsorizzati. E’ emerso che gli effetti avversi erano meno frequenti negli studi con sponsor (34,5% dei casi rispetto al 65,1% degli studi senza sponsor) e tale differenza era statisticamente significativa (rapporto di prevalenza 0,53, limiti di confidenza al 95% da 0,44 a 0,64). Se però si correggeva tale dato per il disegno di studio, la differenza perdeva di significatività. Questo perché gli studi sponsorizzati avevano più spesso un disegno di studio (basso dosaggio o uso di gruppi paralleli) che faceva emergere gli effetti avversi meno facilmente.
Una percentuale maggiore di studi sponsorizzati, inoltre, riportava nelle conclusioni che il farmaco era “sicuro” (rapporto di prevalenza 3,68, limiti di confidenza al 95% da 2,14 a 6,33) rispetto agli studi senza sponsor.

In pratica
Quando si valutano i risultati di uno studio bisogna sempre conoscere la presenza dei conflitti d’interesse non solo per quanto riguarda i dati sull’efficacia di un farmaco ma anche per quanto riguarda la sua sicurezza d’uso. Il rischio altrimenti è di sottostimare la possibilità di effetti avversi che emergono poi nella pratica clinica quotidiana.

Bibliografia
Nieto A, Mazon A, et al. Adverse effects of inhaled corticosteroids in funded and nonfunded studies. Arch Intern Med 2007;167:2.047-53.

2 La minociclina peggiora la sclerosi laterale amiotrofica

La minociclina, usata a scopo sperimentale nella cura della sclerosi laterale amiotrofica accelererebbe il peggioramento della malattia. Il farmaco, usato nell’uomo in alcuni studi per malattie neurologiche (dalla malattia di Huntington all’ictus, dalla demenza alla sclerosi multipla) dopo che ricerche nell’animale avevano dimostrato la sua azione neuroprotettiva in modelli di ictus, trauma e malattie neurodegenerative, è giunto alla fase III nell’ambito di uno studio controllato e randomizzato verso placebo condotto oltreoceano. La fase II non aveva sollevato preoccupazioni rispetto alla sicurezza d’uso ma i risultati della fase III inducono a una grande cautela.
Sono stati inclusi nello studio 412 pazienti con sclerosi laterale amiotrofica trattati con 400 mg al giorno del farmaco per nove mesi oppure con placebo. L’esito primario era la rapidità del cambiamento del punteggio rispetto a una scala specifica per valutare la funzionalità in corso di sclerosi laterale amiotrofica. All’analisi dei dati, condotta secondo il principio dell’intenzione al trattamento, si è visto che i soggetti trattati con minociclina avevano un più rapido peggioramento del punteggio rispetto a quelli trattati con placebo (-1,30 rispetto a -1,04 unità al mese, limiti di confidenza al 95% da -0,44 a -0,08, p=0,005) e una maggiore mortalità, anche se non significativa (hazard ratio 1,32, limiti di confidenza al 95% da 0,83 a 2,10, p=0,23) durante i nove mesi di terapia. Inoltre i soggetti trattati con il farmaco attivo avevano più eventi avversi gastrointestinali e neurologici.

In pratica
Gli autori dello studio concludono che la minociclina ha un effetto dannoso nei soggetti con sclerosi laterale amiotrofica, per cui non va impiegata in questi pazienti, e lanciano anche un allarme per i numerosi studi in corso con questo farmaco in altre malattie neurologiche, invitando alla cautela e alla revisione dei disegni sperimentali e a un’attenta analisi dei dati di sicurezza.

Bibliografia
Gordon P, Moore D, et al. Efficacy of minocycline in patients with amyotrophic lateral sclerosis: a phase III randomised trial. Lancet Neurol nov 1 2007;DOI: 10.1016/S1474-4422(07)70270-3.

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