N. 10 - 19 June 2007
numero 10
19 Jun 2007

n. 10 - 19 giugno 2007

In questo numero:
Troppi antipsicotici negli anziani
Sempre più segnalazioni di eventi avversi
I consigli sui campioni di farmaci

1 Mortalità, antipsicotici e demenza

Il ricorso ai farmaci antipsicotici nei soggetti anziani con demenza per gestire i sintomi comportamentali e psicologici va fatto con estrema cautela, come dimostrano i dati di uno studio retrospettivo di coorte condotto in Canada, che segnala un aumento della mortalità nei soggetti trattati. I ricercatori hanno condotto controlli appaiati confrontando dapprima gli antipsicotici atipici rispetto al non trattamento e quindi gli antipsicotici convenzionali rispetto agli antipsicotici atipici.
Sono stati effettuati in tutto 27.259 confronti dai quali è emerso che gli antipsicotici atipici aumentano il rischio di morte a 30 giorni sia nei pazienti a casa (hazard ratio 1,31, limiti di confidenza al 95% da 1,02 a 1,70) sia in quelli in lungo degenza (hazard ratio 1,55, limiti di confidenza al 95% da 1,15 a 2,07). Tale dato si confermava a 180 giorni. Nel secondo confronto gli antipsicotici convenzionali sembravano aumentare ancor più il rischio di morte rispetto agli antipsicotici atipici.

In pratica
Le conclusioni dello studio vanno prese con le dovute cautele perché non sono stati presi in considerazione possibili fattori confondimento. Ciononostante l’uso sempre più diffuso degli antipsicotici negli anziani con demenza richiede maggiore riflessione e va limitato ai casi in cui i benefici superano chiaramente i rischi.

Bibliografia
Gill S, Bronskill S, et al. Antipsychotic drug use and mortality in older adults with dementia. Ann Intern Med 2007;146:775-86.

2 In Italia continua l'aumento delle segnalazioni

Continua l’incremento delle segnalazioni alla Rete nazionale di farmacovigilanza. I dati del primo trimestre pubblicati su Reazioni (2007;1 (3):8) sono infatti ulteriormente confermati dalla tendenza dei mesi successivi di aprile e maggio in cui il numero di segnalazioni è superiore allo stesso periodo dell’anno precedente del 50% circa: 2.904 segnalazioni rispetto a 2.071.
Lombardia, Toscana e Veneto hanno prodotto il maggior numero di segnalazioni, e hanno anche il tasso di segnalazioni per centomila abitanti più alto e più vicino allo standard indicato dall’OMS.
A far la parte del leone sono sempre i medici ospedalieri, con oltre 2.000 segnalazioni nei primi 5 mesi del 2007, seguiti da medici di medicina generale (poco più di 800) e specialisti (circa 500). Vanno sottolineate con particolare soddisfazione le prime segnalazioni al riguardo da parte degli infermieri.

In pratica
La disseminazione delle informazioni sulla farmacovigilanza attraverso questa newsletter e l’edizione cartacea di Reazioni può aver favorito almeno in parte questo incremento a dimostrazione dell’utilità di un contatto diretto tra operatori sanitari e Rete nazionale di farmacovigilanza per una maggiore attenzione alla patologia iatrogena.

3 Campioni di farmaci ed eventi avversi

La farmacovigilanza deve estendersi ai campioni di farmaci che le aziende lasciano al medico quando promuovono un prodotto. L’attenzione sul problema viene richiamata da alcuni farmacisti di Brisbane in Australia i quali, analizzando le telefonate giunte a un numero verde dedicato ai consumatori per segnalare problemi con le medicine, hanno scoperto che in alcuni casi le reazioni erano derivate proprio dai farmaci lasciati al medico dall’informatore farmaceutico. In due anni sono arrivate 13 segnalazioni legate a campioni di farmaci.
Oltre al problema del campione come veicolo promozionale, secondo gli autori dell’articolo molti eventi avversi sono causati dalla carente informazione: i campioni verrebbero dati ai pazienti senza fornire loro le adeguate informazioni sul dosaggio, sulla modalità di somministrazione, di conservazione e sui possibili effetti avversi. Ciò porterebbe a un uso inappropriato e alla aumentata possibilità di effetti negativi.

In pratica
Il medico deve ricevere o raccogliere tutte le informazioni necessarie per il corretto uso del farmaco lasciatogli come campione e deve spiegare esaurientemente al paziente come usarlo, sapendo che solitamente si tratta di una nuova terapia.

Bibliografia
Patounas M, et al. Starter packs: a good start to therapy. Australian Prescriber 2007;30:14-6.

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